Unital – Problemi e prospettive per l’industria italiana

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Il Presidente di Unital Confapi, Riccardo Montesi, rende noto in un suo articolo quanto segue.

Nel mondo del Manufacturing stiamo assistendo ad una vera rivoluzione.

Molte sono le aziende che dovranno affrontare una vera riconversione produttiva sia per la questione del problema COVID sia, e soprattutto, perché le nuove tecnologie, la intelligenza artificiale, le manutenzioni predittive, le globalizzazioni, i robot collaborativi, le stampanti 3D, ecc. costringerà il Management e la Governance a riconsiderare le “mission” di ogni azienda.

Questo porterà a rivedere tutte le strategie e soprattutto a predisporre in maniera puntuale formazioni mirate che toccheranno ogni ramo dell’azienda.

Tutti saremo coinvolti: Politica, Istituzioni, Scuola, Associazioni. Non possiamo perdere queste opportunità che saremo costretti ad affrontare.

RISORSE

L’industria avrà bisogno di 2,5 milioni circa di tecnici specializzai nei prossimi 10 anni, inoltre dovranno saper cogliere le opportunità e le agevolazioni per lo sviluppo dell’industria 4.0.

RAPIDITA’ DI INTERVENTO

Accelerare lo sviluppo di prodotti e processi per ottimizzare/ridurre il time to maker.

INNOVAZIONE

Cogliere e anticipare l’innovazione tecnologica, la digitalizzazione e l’applicazione di tecnologie abilitanti nuove opportunità di business e per questo occorre operare in 3 Macro Aree:

  • AREA TECNICA
  • AREA COMMERICALE
  • AREA ORGANIZZATIVA

Nello specifico Area Tecnica:

  • System Integration
  • Project Management
  • Innovazione di Prodotto
  • Gestione delle Tecnologie e dei fornitori: Accounting Tecnico
  • Progettazione (Analisi di fattibilità, Digitalizzazione Applicazione IT per l’integrazione di sistemi e processi, Software per attuazione industriale, Sistemi di acquisizione dati, test, misura e trasmissione)
  • Elettronica Embeddede: Hardware e Firmware

Area Commerciale:

  • Analisi di mercato
  • Sviluppo Prodotto
  • Sviluppo e Gestione Commessa
  • Gestione del Cliente

Area Organizzativa:

  • Analisi della efficienza e efficacia dei processi aziendali
  • Mappatura dei processi organizzativi per area aziendale
  • Gestione dei gruppi di lavoro, team di progetto e relative attività di sviluppo

RISORSE UMANE

La veloce e continua introduzione delle nuove tecnologie digitali sposta sempre più le attività delle aziende verso processi altamente automatizzati; in organizzazioni ad oggi sempre più appiattite, la competenza manageriale/funzionale, in futuro, sarà diffusa, con “tecnici manager/responsabili” in grado di coordinarsi in modo auto organizzato tra loro, le cui competenze varieranno a ritmi sempre più serrati. Essi saranno chiamati ad essere “progettisti” ed “acceleratori” dell’innovazione: in sostanza assisteremo ad una trasformazione che passerà dalla gestione delle persone, all’innovazione e gestione dei processi. Questi sono alcuni cambiamenti che vedremo nell’azienda 4.0, entro i prossimi dieci anni.

La stessa progettazione organizzativa punterà decisamente all’impiego delle tecnologie, ciò aumenterà il peso attribuito alle competenze tecnologiche nel bilancio complessivo delle competenze della persona, le quali avranno appunto un ritmo di cambiamento e di obsolescenza sempre più rapido. Capacità e abilità tipicamente manageriali dovranno essere diffuse orizzontalmente nella struttura aziendale: la specializzazione tende a orientarsi verso un management creativo e di innovazione e meno di gestione, dove la componente di trasversalità nell’impiego della tecnologia ha il sopravvento su quella della specificità di un singolo elemento del processo.

La digitalizzazione dei processi aziendali ha un’accelerazione senza precedenti, che va affrontata a livello di sistema per non rischiare di essere travolti dalle tecnologie anziché governarle.

MANUTENZIONE PREVENTIVA

L’avvento dei robot “collaborativi” rivoluzionerà l’intero contesto e la necessità di avere tecnici specializzati che possono districarsi bene sui vari PLC, schede madri, big data avrà la priorità nelle varie aziende del manufacturing contraddistinte dal fatto che davvero rappresenteranno le aziende del settore primario che creeranno valore. Non ha senso parlare del “terziario” se il “primario” non sarà di eccellenza.

Conclusioni:

Da questo “spaccato” si evince quante formazioni saranno necessarie programmare nei prossimi anni se vogliamo rimanere davvero nel “treno dell’Europa”.