Svimez: in Sicilia lavora solo il 30,5% delle donne

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In Sicilia lavora solo il 30,5% delle donne, se poi sono madri il dato diventa ancora più allarmante. Lo rivela lo SVIMEZ, un’associazione privata senza fini di lucro che evidenzia che seppur l’occupazione nel 2022 è cresciuta rispetto al 2021 anche per le donne, le regioni italiane del Mezzogiorno non riescono a recuperare terreno e restano in fondo alla classifica. Nel 2022 in Sicilia, ultima in Ue per occupazione femminile, solo il 30,5% delle donne tra i 15 e i 64 anni lavorava (solo il 29,1% nel 2021) a fronte del 64,8% medio dell’area euro.

Al Nord, il tasso di occupazione femminile tra i 25 e i 49 anni scende dall’85% per le donne senza figli al 66% per le madri con figli di età inferiore ai 6 anni (-22%). Nel Sud cala in maniera ancora più accentuata: dal 58% ad appena il 38 per le donne con figli in età prescolare. Anche per la carenza di servizi per l’infanzia, nelle regioni meridionali la maternità riduce il tasso di occupazione delle giovani donne di oltre un terzo.

La distribuzione provinciale delle risorse assegnate ai Comuni segnala significative differenze intra-regionali, soprattutto nelle regioni più grandi: in quasi tutte quelle meridionali, la provincia con il maggior fabbisogno di investimenti non coincide con quella che ha ricevuto le maggiori risorse pro capite. Questa situazione caratterizza, in particolare, Napoli e Palermo che si trovano tra le ultime quindici province nella graduatoria per risorse pro capite assegnate pur avendo, ad esempio nel caso delle mense, una percentuale bassissima di alunni che possono usufruirne (rispettivamente 5,7 e 4,7).

Lo Svimez sottolinea che nelle famiglie italiane si registrano tassi di occupazione sensibilmente più elevati per i genitori che per i figli (67,8% contro il 56,1%) e il tasso di occupazione dei padri italiani è pari all’83,2% a fronte del 55,1% delle madri.