Nella nuova versione del decreto Aiuti gli istituti di credito potranno cedere il credito a non retail, ovvero soggetti qualificati ed è stata introdotta la possibilità di cedere «sempre», e non più quindi in numero limitato, crediti ai clienti professionali privati che abbiano stipulato un contratto di conto corrente con la banca stessa, o con la banca capogruppo, senza facoltà di ulteriore cessione.
Per usufruire dell’agevolazione basterà aver compiuto il 30% dei lavori il 30 settembre e non più il 30 giugno.
La boccata d’ossigeno di tre mesi può servire a limitare i problemi dei proprietari che incolpevolmente non sono riusciti a rispettare le scadenze, vista la carenza di materiali e di imprese. Oltre alla proroga dei termini il provvedimento annunciato dal governo fa chiarezza anche sulle modalità di computo del 30%, che dovrà riguardare il complesso delle opere. Rimane per ora fissato il termine ultimo per completare i lavori per questa particolare tipologia di immobili. Bisogna concludere entro il 31 dicembre prossimo.
Intanto, le banche sono in attesa di un chiarimento del governo. Rendere meno rigida la norma renderà più agevole il meccanismo ma va detto che, al di là delle norme, il credito è destinato a diventare più difficile per due ragioni finanziarie. La prima è che le banche hanno esaurito i plafond a disposizione, la seconda è che l’andamento del costo del denaro porta le operazioni a essere meno remunerative per la clientela e se aggiungiamo il fatto che i tempi a disposizione anche per i condomini (31 dicembre 2023 per la conclusione dei lavori) non sono lunghissimi è molto probabile che assisteremo a un forte rallentamento delle operazioni anche se non vi fosse uno stop di legge.