Il Presidente emerito di Confapi e Presidente di Cea-Pme, Maurizio Casasco, ha presieduto ieri a Katowice l’Assemblea europea delle Piccole e Medie Imprese, giunta alla sua dodicesima edizione.
“Le Pmi – ha ricordato Casasco – rappresentano il cuore pulsante del panorama economico europeo soprattutto in questo momento così delicato a causa della guerra in Ucraina. Cea-Pme, che rappresenta 33 Paesi e 2,1 milioni di aziende, vuole continuare ad affrontare le numerose e difficili sfide contingenti e, al contempo, costruire le strategie del futuro. Bisogna rafforzare e accelerare il processo di uniformità e integrazione europea poiché il nostro continente rischia di rimanere schiacciato e irrilevante nel panorama mondiale. Basti solo pensare a qualche dato demografico: la Cina ha un miliardo e 426 milioni di abitanti, l’India un miliardo e 412 milioni di abitanti, l’Unione Europea solo 446 milioni. Per questo dobbiamo guardare strategicamente a un continente di prossimità come quello africano e continuare il percorso in modo da creare un vero e proprio ponte con l’Africa, attraverso cui sviluppare reciproche opportunità, far conoscere il nostro modello di Pmi, scambiare know-how, formazione, innovazione, modelli d’impresa e di coesione territoriale”.
Casasco ha quindi lanciato un vero e proprio grido d’allarme a livello europeo. “I costi insopportabili di energia e gas stanno mettendo a rischio la sopravvivenza di almeno un terzo delle nostre imprese. In Europa abbiamo i costi d’energia più alti al mondo e questo non dipende tanto dalle sacrosante sanzioni contro la Russia, quanto dalla politica energetica dei nostri stati e dell’UE, dalla tassazione esagerata, dalle speculazioni finanziarie. Situazioni straordinarie richiedono decisioni straordinarie. Non basta procedere all’acquisto comune europeo di almeno il 15% dell’energia necessaria. È necessario accelerare nel breve periodo l’accumulo dei prodotti energetici negli storage per far fronte al fabbisogno immediato delle nostre imprese, nella prospettiva di aumentare nel tempo l’indipendenza energetica da altre potenze extra Ue. Bisogna dar corso alle trivellazioni, accelerare il processo dei rigassificatori, ridurre la burocrazia per le rinnovabili, pensare seriamente al biogas e al biometano. Insomma, è necessario trovare nuove forme di approvvigionamento evitando di ritrovarci, dopo essere stati dipendenti dalla Russia, a essere dipendenti dalla Cina”.
Il Presidente di Cea-Pme ha sottolineato che “non vogliamo ovviamente frenare la transizione verde e digitale. Al contrario, siamo i primi sostenitori di uno sviluppo sostenibile, per l’innovazione, per la competitività delle nostre aziende. È necessario un processo di rinnovamento tecnologico e di formazione di imprenditori e lavoratori. Per questo bisogna rivedere la data del 2035 come termine ultimo per la produzione di autovetture a combustione endotermica passando integralmente a quelle elettriche. Questa deadline, infatti – conclude Casasco – può produrre effetti dirompenti su interi comparti produttivi e sulla forza lavoro, soprattutto in quei Paesi, come Italia e Germania, che hanno nell’automotive e nella filiera di riferimento i loro punti di forza”.