Con l’obiettivo di ridurre il divario occupazionale di genere e favorire l’inserimento delle donne nel mercato del lavoro, il Decreto Coesione ha introdotto il Bonus Donne 2025, una misura che prevede un esonero contributivo fino a 650 euro al mese per le imprese che assumono lavoratrici disoccupate. Il beneficio, valido per le assunzioni effettuate a partire dal 1° gennaio 2025, potrà essere riconosciuto per una durata massima di 24 mesi, a seconda della tipologia contrattuale e della sede dell’impresa.
La misura si rivolge in particolare ai datori di lavoro che operano nelle regioni del Mezzogiorno, dove l’incentivo risulta più vantaggioso anche grazie alla presenza delle Zone Economiche Speciali (ZES). In queste aree, infatti, l’agevolazione può raggiungere i massimali previsti e si cumula più facilmente con ulteriori misure regionali.
Possono accedere al bonus le aziende che assumono donne in stato di disoccupazione da almeno sei mesi. È richiesta la residenza o l’assunzione in una delle otto regioni del Sud Italia (Campania, Puglia, Calabria, Sicilia, Sardegna, Molise, Basilicata e Abruzzo), fermo restando che la lavoratrice deve essere in possesso di regolare permesso di soggiorno, in caso di cittadinanza extra UE. I contratti ammessi all’agevolazione comprendono quelli a tempo indeterminato, anche part-time, i contratti a termine di durata pari o superiore a dodici mesi e, in alcuni casi, anche i contratti di apprendistato. Sono invece esclusi i rapporti di lavoro domestico e i contratti di durata inferiore a sei mesi, salvo diverse disposizioni regionali.
L’importo dell’incentivo varia in base al tipo di contratto e alla zona geografica. Nel caso di assunzioni a tempo determinato, la durata dell’agevolazione sarà proporzionata alla durata del contratto, mentre in caso di successiva trasformazione a tempo indeterminato, il beneficio potrà essere esteso fino al limite massimo dei 24 mesi.
Per accedere al bonus, il datore di lavoro dovrà effettuare l’assunzione, verificare i requisiti attraverso il centro per l’impiego e inoltrare la domanda all’INPS tramite SPID o CNS, nel rispetto delle tempistiche che verranno stabilite dalle istruzioni attuative. È inoltre necessario che l’impresa sia in regola con il DURC e non sia coinvolta in procedimenti per licenziamenti collettivi.
Il bonus è compatibile con altri incentivi, purché non copra gli stessi costi. Potrà quindi essere cumulato, ad esempio, con le agevolazioni per l’assunzione di giovani under 30 o con gli sgravi previsti per i percettori di Reddito di cittadinanza. Non è invece cumulabile con altri esoneri contributivi riferiti alla medesima lavoratrice.
La misura non richiede la presentazione dell’ISEE e può essere applicata anche in caso di smart working, a condizione che il contratto sia formalmente valido e che la sede legale dell’impresa o dell’unità operativa sia situata in una delle regioni ammesse. Anche le aziende del Centro-Nord possono accedere all’incentivo, seppur con criteri più selettivi e importi ridotti, riservati ad esempio a donne over 50, con figli a carico o con disabilità.
Il Bonus Donne 2025 rappresenta dunque uno strumento concreto per sostenere l’occupazione femminile, rafforzare l’inclusione lavorativa e offrire alle imprese un incentivo stabile e duraturo in un’ottica di coesione territoriale.
Fonte: https://www.nostrofiglio.it/famiglia/bonus/bonus-donne-2025-come-funziona-e-chi-ne-ha-diritto