Emergenza morti sul lavoro in Sicilia: Codacons chiede task force regionale permanente

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Una grave situazione relativa alla sicurezza sui luoghi di lavoro emerge in Sicilia, con un numero allarmante di decessi nei primi mesi del 2025. A fronte di tale scenario, Francesco Tanasi, Segretario Nazionale del Codacons, ha avanzato alla Regione Siciliana la proposta di istituire una task force regionale permanente. Tale organismo dovrebbe coinvolgere INAIL, Aziende Sanitarie Provinciali (ASP), Ispettorato del Lavoro e la stessa Regione Siciliana, con il mandato di rafforzare le attività di prevenzione, vigilanza e formazione in tutti i settori considerati ad alto rischio.

La richiesta del Codacons segue la diffusione di dati parziali da parte dell’INAIL, che delineano una condizione di rischio lavorativo in apparente crescita. Secondo quanto comunicato dall’INAIL Sicilia e riportato da fonti di stampa regionali, nei primi quattro mesi del 2025 si sarebbero registrate 22 denunce di infortuni mortali sul lavoro nell’isola, evidenziando un incremento del 69% rispetto allo stesso periodo del 2024. Il Codacons, in una nota inoltrata alle istituzioni regionali, ha definito tale situazione “drammatica”, sottolineando la necessità di una reazione immediata da parte delle autorità regionali. Parallelamente, i dati forniti dall’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro Vega Engineering indicano 17 decessi accertati in Sicilia nel medesimo periodo, specificando che cinque delle denunce citate dall’INAIL non avrebbero ancora ricevuto la certificazione formale di “evento collegato ad attività lavorativa”.

La tendenza all’incremento degli incidenti mortali, pur interessando l’intero territorio nazionale, posizionerebbe la Sicilia in una “zona rossa” per quanto concerne il livello di rischio. I dati certificati a livello nazionale alla fine di aprile 2025 indicano un totale di 291 vittime sul lavoro in Italia. Di queste, 211 sono decedute in occasione di lavoro, registrando un aumento di cinque unità rispetto ad aprile 2024, mentre 80 sono state le vittime di incidenti in itinere, con un incremento di 18 casi. La Lombardia si conferma la regione con il maggior numero di vittime in occasione di lavoro, pari a 34. Seguono il Veneto con 21 decessi, la Campania con 19, il Piemonte e la Sicilia entrambe con 17. La Toscana ha registrato 16 vittime, la Puglia 14, il Lazio 13, e l’Emilia-Romagna 10. Il Trentino-Alto Adige ha contato 9 decessi, l’Abruzzo 8, l’Umbria 7, la Basilicata 6, mentre Liguria e Calabria ne hanno avute 5 ciascuna. Le Marche hanno registrato 4 vittime, il Friuli-Venezia Giulia 3, e infine Sardegna, Molise e Valle D’Aosta una vittima ciascuna.

L’analisi dei dati evidenzia un’incidenza particolarmente elevata di infortuni mortali nella fascia d’età degli ultrasessantacinquenni (19,2 casi per milione di occupati) e in quella compresa tra i 55 e i 64 anni (14,8), seguita dalla fascia di lavoratori tra i 15 e i 24 anni (9,6). Numericamente, la fascia d’età più colpita dagli infortuni mortali sul lavoro è quella tra i 55 e i 64 anni, con 79 decessi su un totale di 211 avvenuti in occasione di lavoro.

Per quanto riguarda i lavoratori stranieri, 39 sono deceduti in occasione di lavoro. Il rischio di morte per questa categoria risulta essere doppio rispetto ai lavoratori italiani, con 15,5 decessi ogni milione di occupati stranieri contro gli 8,0 degli italiani. Considerando anche gli infortuni in itinere, il numero totale di vittime straniere sale a 58 su 291, rappresentando quasi il 20% del totale nazionale.

Si registra inoltre un aumento delle vittime di genere femminile: 12 donne hanno perso la vita in occasione di lavoro e 16 in itinere, per un totale di 28 donne decedute nel primo quadrimestre del 2025. Tale cifra rappresenta un incremento di circa il 47,5% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

In relazione a questo quadro, Francesco Tanasi ha reso nota la richiesta formale di un incontro urgente agli Assessorati regionali alla Salute e al Lavoro. L’obiettivo è definire misure operative concrete, quali un incremento delle ispezioni nei cantieri e nelle aziende, verifiche sistematiche sul rispetto delle normative vigenti e l’avvio di una campagna informativa capillare. “Non possiamo più permettere che chi esce di casa per lavorare non vi faccia ritorno”, ha dichiarato Tanasi. Il Codacons ha annunciato il proprio impegno a monitorare costantemente la situazione in Sicilia e, qualora emergessero gravi carenze o omissioni nei controlli, si riserva la facoltà di presentare esposti alle autorità competenti per l’accertamento di eventuali responsabilità.

Fonte: https://www.blogsicilia.it/palermo/ventidue-morti-quattro-mesi-lavoro-sicilia-uccide-guerra/1148159/