Bilancio di fine anno per il consueto report trimestrale redatto dal Ministero dello Sviluppo Economico in collaborazione con InfoCamere e Unioncamere e dedicato al mondo delle nuove imprese tecnologiche.
Gli ultimi tre mesi del 2021 confermano lo stato di discreta salute dell’ecosistema dell’innovazione italiano, con un numero di iscrizione rimasto sostanzialmente invariato rispetto all’anno precedente. Un punto positivo è dato dal capitale sociale che risulta in crescita del 2,7% per una media di circa 65 mila euro a impresa e un totale di 938 milioni di euro.
I settori con una maggiore attività sono legati al software e all’It. Il 75,7% delle startup innovative sono infatti legate a servizi di produzione software e consulenza informatica. Le startup innovative con una prevalenza femminile (quote di possesso e cariche amministrative sono detenute in maggioranza da donne) sono sempre la minoranza, 1.854, e corrispondono al 13,2% del totale. Quelle in cui almeno una donna è presente nella compagine sociale sono 6.036, il 42,8% del totale. La prevalenza giovanile (under 35) sul totale delle imprese innovative è percentualmente in attivo rispetto a quello riscontrato tra le nuove aziende non innovative.
I dati di bilancio disponibili sono relativi al 2020 e coprono solo il 61,7% delle startup attualmente iscritte. Il valore medio della produzione di queste imprese è pari a poco meno di 176,1 mila euro, dato in diminuzione rispetto al trimestre precedente (circa 11mila euro in meno), mentre l’attivo medio è di circa 408mila euro, in diminuzione di circa 8.500 euro rispetto alla precedente rilevazione. Il fatturato complessivo, invece, ammonta a un miliardo e 530 milioni, in difetto di 10,2 milioni di euro rispetto a quello registrato al termine del trimestre precedente, e solo il dato relativo al reddito operativo complessivo registrato nel 2020 è in controtendenza, risultando negativo per 116.2 milioni di euro rispetto ai 122,7 milioni dei tre mesi precedenti. Nel 2020, infine, la maggioranza delle startup innovative (il 53%) risultano in perdita e il dato è praticamente invariato rispetto alla precedente rilevazioni.