Attualmente la Legge di bilancio per il 2023 non include parole quali Sud, Mezzogiorno e Meridione. Eppure, Bankitalia pubblicava un dossier sul «divario Nord-Sud» e sul necessario «intervento pubblico». Nel corso dell’ultimo decennio, scrivevano gli analisti dell’Istituto di via Nazionale, «le differenze di sviluppo economico a livello territoriale si sono ancor più allargate: il Meridione ha visto costantemente diminuire il suo peso economico, evidenziando una crescente difficoltà nell’impiegare la forza lavoro disponibile, una riduzione dell’accumulazione di capitale e una minore crescita della popolazione rispetto alle aree più avanzate del Paese dove si sono concentrati i flussi migratori». Continua Bankitalia, «gli indicatori disponibili su efficienza, efficacia e correttezza dell’azione amministrativa nel Mezzogiorno appaiono significativamente peggiori della media italiana». Alla luce di questo, «le priorità di politica economica andrebbero orientate verso alcuni obiettivi principali. Il primo riguarda il miglioramento della qualità dell’azione pubblica». Servirebbe, insomma, «un assetto più efficace della governance degli interventi pubblici, un deciso potenziamento nella qualità degli input, umani e tecnologici, della Pubblica amministrazione, nonché un orientamento più forte al conseguimento dei risultati, anche ricorrendo a meccanismi incentivanti».
La Repubblica italiana già oggi ha il dovere di colmare i divari di cittadinanza al Sud e nelle aree interne.
“CONFAPI Sicilia pur apprezzando interventi e stanziamenti per favorire la riduzione della pressione fiscale, l’internazionalizzazione delle PMI, proroga bonus ristrutturazione e il rinvio al 2023 le imposte come la Sugar Tax e la Plastic Tax, non può non considerare deficitaria e incompleta una manovra di bilancio, in un momento così complicato e determinante per la ripresa economica del Paese, che non tenga conto della questione meridionale”. Sostiene il Presidente della Confederazione della piccola e media industria siciliana, Dhebora Mirabelli.
“Sono trascorsi oltre due anni dall’inizio dell’emergenza pandemica e la speranza di essere protagonisti di un periodo di ripresa è stata ridotta drasticamente dagli eventi bellici alle porte dell’Europa e da una una crisi energetica senza precedenti oltre alle incertezze dovute al rapido cambiamento climatico e non ultima la recente spinta inflazionistica. In tale contesto, la mancata proroga della L. 208/2015 sul credito di imposta mezzogiorno rischia di essere dannosa per l’economia di tutto il territorio Italiano. Nelle zone meridionali, così poco sviluppate, con infrastrutture carenti o a volte assenti e criticità ambientali, dove le difficoltà di fare impresa sono sicuramente di gran lunga oggettivamente superiori ad altre zone d’Italia, e la maggior parte del tessuto produttivo è costituito da micro – piccole e medie imprese, il credito di imposta di cui alla L. 208/2015, pur con le sue difficoltà applicative, ha rappresentato la possibilità concreta di sviluppo per molti imprenditori, consentendogli di ampliare la loro capacità produttiva e conquistare nuove fette di mercato, anche in paesi esteri, con conseguenti e significativi incrementi dei livelli occupazionali di parte della popolazione altrimenti destinata all’emigrazione o alla disoccupazione. Da non tralasciare inoltre che molte imprese italiane del Nord Italia, dove sono concentrati i maggiori produttori di macchinari, impianti, attrezzature e relativi componenti rischiano di ridurre le loro vendite e la loro competitività a causa del probabile calo di ordinativi proveniente dalle aziende del meridione. L’auspicio è che in sede di esame Parlamentare venga rivista la legge di bilancio 2023 con rinnovato spirito di coesione e di unità per il bene del Paese intero” dichiara Vincenzo Spampinato di Soaplast