Il Presidente di Confapi, Cristian Camisa, ha preso parte a Palazzo Chigi all’incontro con il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni e le associazioni delle imprese. Si è trattato di una riunione molto concreta e produttiva in cui Confapi ha avuto la possibilità di segnalare le priorità delle piccole e medie industrie private Italiane.
Nel suo intervento, Camisa ha chiesto al Governo particolare attenzione per le Pmi che hanno dimostrato anche nel corso di queste ultime crisi grande flessibilità e straordinaria capacità di resilienza. “Per il nostro mondo – ha spiegato il Presidente di Confapi – non è importante quanta energia viene consumata ma la sua incidenza sul fatturato aziendale. Sarebbe necessario allargare i beneficiari delle misure definendo energivore le imprese con incidenza maggiore del 2%. Le piccole e medie industrie soffrono maggiormente delle grandi imprese l’escalation del rincaro energetico. In una condizione di estrema gravità per la marginalità delle imprese, è opportuno intervenire con misure in grado di ridurre fortemente l’onere della bolletta energetica nel breve periodo. Nel lungo periodo poi bisogna raggiungere l’autosufficienza energetica per permettere alle imprese di competere a livello internazionale“.
Camisa ha plaudito alle misure finora annunciate ma ha sottolineato che “sarebbe importante rivedere l’attuale normativa sulle Comunità energetiche introducendo una revisione del limite del 30% della potenza proveniente da impianti esistenti per la costituzione di una Comunità Energetica. Riteniamo – ha spiegato – questo un limite che impedisce una vera sperimentazione dello strumento che meriterebbe di essere messo a regime nel più breve tempo possibile. C’è da dire anche che l’attuale cornice normativa, proprio perché incompleta, limita le possibilità di sviluppo delle Comunità energetiche. Per questo motivo riteniamo particolarmente importante e urgente pubblicare rapidamente i decreti. Sarebbe importante, poi, inserire un criterio premiante che sia legato all’obbligo per l’azienda di non utilizzare gli ammortizzatori sociali come la cassa integrazione. Questo per difendere il potere d’acquisto dei lavoratori con stipendi ‘pieni’ e per aiutare le imprese a rimanere sul mercato con un risparmio di risorse della cassa integrazione che finanzierebbe questi aiuti extra”.
Per Confapi, inoltre, va nella giusta direzione la previsione, che sembrerebbe essere contenuta nel Dl Aiuti quater, che estende la rateizzazione delle bollette fino al Primo trimestre 2023 specificando l’obbligatorietà del fornitore a riconoscerne la rateizzazione sino ad un massimo di 36 rate. Oggi infatti alcuni fornitori non stanno accogliendo le richieste di rateizzazione affermando che la concessione della rateizzazione non è obbligatoria ma meramente discrezionale. Confapi ha inoltre proposto la defiscalizzazione e la decontribuzione a carico azienda e lavoratore delle ore straordinarie, magari anche nel limite di un determinato monte ore fissato dalla contrattazione collettiva. Infine, per Confapi i risparmi derivati dalla rimodulazione del reddito di cittadinanza potrebbero essere destinati alla detassazione degli straordinari.