Dhebora Mirabelli: “E’ compito del Paese iniziare a lavorare anche per rilanciare la competitività dell’economia italiana nel mondo e dare una visione più stabile e meno incerta sul futuro…”
La mancanza di regia e di coordinamento nella distribuzione di risorse esigue da parte del governo mette a rischio la competitività delle nostre imprese nel medio e lungo periodo.
Con gli ultimi provvedimenti del governo abbiamo assistito ad un progressivo ampliamento di risorse messe a disposizione delle stesse per favorire la spesa corrente a favore della riapertura in sicurezza. Ne siamo felici ovviamente.
Quello che ci preoccupa e’ la mancanza di strategia e di una visione di insieme che hanno portato ad una concentrazione di misure verso un medesimo obiettivo: fornire supporto e aiuto per una riapertura di breve senza pensare al dopo.
Il Governo nonostante già avesse con ben due decreti precedenti: il “Cura Italia” 18/2020 con l’art. 64 e successivamente con l’art. 30 del decreto legge 23/2020, già provveduto a riconosce espressamente un credito d’imposta per la sanificazione degli ambienti di lavoro e successivamente estendendola anche per le spese sostenute nell’anno 2020, per l’acquisto di dispositivi di protezione individuale, atti a proteggere i lavoratori dall’esposizione accidentale ad agenti biologici, ci chiediamo se non sia giusto iniziare a lanciare un allarme su una possibile pericolosa concentrazione di risorse a danno della salvaguardia necessaria della competitività una volta che le nostre imprese ripartite devono fare i conti con la sostenibilità nel tempo post crisi.
La preoccupazione è diventata realtà alla luce del bando Invitalia lanciato lunedì 11 maggio con l’ultimo decreto che ha visto la distrazione di 50 milioni di euro dal fondo per il bando ISI dell’INAIL per l’ennesima e ulteriore estensione del “Credito di imposta per le spese di sanificazione e per l’acquisto di dispositivi di protezione nei luoghi di lavoro”.
Le risorse INAIL per il bando ISI sono fondi che finanziano a fondo perduto il 65% degli investimenti aziendali quali ad esempio l’aggiornamento per l’innovazione tecnologia, acquisto di presse, robot, muletti, e tutte quelle misure che contribuiscano a migliorare la salute e sicurezza dei lavoratori. Una vera opportunità per le nostre imprese che in Regione Siciliana per il 2020 vale 16,5 milioni di euro su un ammontare totale di risorse pari a 250 milioni di euro.
“Non si potevano “sburocratizzare” le procedure di accesso al bando ISI, ampliare la platea dei beneficiari e aumentare la soglia di fondo perduto?” – chiede la Presidente di Confapi Sicilia Dhebora Mirabelli.
Se il governo continua a distrarre e ridurre questi fondi per finanziare spesa corrente, laddove le imprese possono far ricorso anche a strumenti messi in campo dalle Regioni con bandi specifici e da molti enti bilaterali con misure agevolative ad hoc, cosa rimane per gli investimenti di medio e lungo termine? cosa resta per l’innovazione?
“Ad esempio, la Confederazione delle Piccole e Medie Imprese (CONFAPI), attraverso EBM ed ENFEA, si sta prodigando da mesi per sostenere l’acquisto dei Dispositivi di Protezione Individuale (DPI) da parte delle aziende aderenti e, così immagino altri enti bilaterali. Riteniamo, quindi, doveroso lanciare un appello accorato all’INAIL e al Governo per la tutela e la salvaguardia di tutti quei fondi rimanenti rispetto le priorità e gli obiettivi prefissati originariamente dalla programmazione ISI a titolarità dell’INAIL. E’ compito del Paese iniziare a lavorare anche per rilanciare la competitività dell’economia italiana nel mondo e dare una visione più stabile e meno incerta sul futuro considerato le risorse, le competenze, le bellezze e le eccellenze che abbiamo” – conclude la Presidente Confapi Sicilia Dhebora Mirabelli.